Finalmente i medici e gli operatori sanitari hanno ottenuto una legge che li difende giuridicamente dalle aggressioni sul luogo di lavoro. La norma estende a tutti gli operatori sanitari le tutele previste per i pubblici ufficiali, come le procedibilità d’ufficio e l’inasprimento delle pene nel caso subiscano aggressioni e violenze.
Per chi, come me, si occupa di formare gli operatori sanitari sui temi della sicurezza e come gestire le aggressioni e la violenza sul posto di lavoro è senz’altro un’ottima notizia. Ben sappiamo come le continue aggressioni, verbali e fisiche, danneggino la salute degli operatori e la qualità dei servizi sanitari.
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Anaao, secondo una recente indagine, ha confermato un trend in ascesa delle aggressioni fisiche e verbali agli operatori sanitari e socio-sanitari, anche se l’80% dei casi non viene denunciato. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l’86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d’urgenza, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti.
Il ddl sulla sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari tutela gli operatori sanitari come medici, infermieri, odontoiatri, veterinari, farmacisti, biologi, fisici, chimici, infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia, della riabilitazione, psicologi, operatori socio-sanitario, assistente sociali, sociologi ed educatori professionali.
La norma intende gli operatori sanitari come pubblici ufficiali. Nello specifico nel ddl le aggravanti prevedono per le aggressioni pene da 4 a 10 anni per le lesioni gravi e da 8 a 16 anni per le lesioni gravissime. Nel caso in cui l’aggressione non costituisca reato, chi usi violenza, offenda o molesti gli operatori sanitari dovrà pagare una multa da 500 a 5 mila euro.
Il testo prevede l’istituzione di un Osservatorio nazionale, costituito per la metà da donne, per monitorare gli episodi di violenza e promuovere la prevenzione.
In particolare, all’Osservatorio sono attribuiti i seguenti compiti:
a)monitorare gli episodi di violenzacommessi ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’eserciziodelle loro funzioni;
b)monitorare gli eventi sentinella che possano dar luogo a fatti commessi con violenza o minaccia ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni;
c)promuovere studi e analisi per la formulazione di proposte e misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti;
d)monitorare l’attuazione delle misuredi prevenzione e protezione a garanzia dei livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008,n.81;
e)promuovere la diffusione delle buoneprassi in materia di sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.
Rispetto alla bozza entrata a Palazzo Chigi viene eliminato l’articolo 3 che integrava i presidi ospedalieri nelle misure predisposte dal decreto Minniti per la sicurezza urbana.
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