La diffusione di video privati? Forma di disprezzo verso le donne
Si tratta di cyber violenza a sfondo sessuale. Va combattuta con un cambio culturale sia nei maschi che nelle femmine.
Parliamo di revenge porn. Ovvero, quella forma di vendetta rappresentata dalla diffusione – da parte di solito di un ex partner – di immagini e video di una donna ritratta mentre sta facendo sesso con qualcuno.
Si tratta di un reato che colpisce soprattutto le donne. E che proprio fra le donne, in alcune situazioni, trova ostilità, mancanza di solidarietà con la vittima. O addirittura, quel reato vede donne complici dei farabutti che diffondono immagini intime di altre donne.
I messaggi che voglio dare sono due:
- il revenge porn non è una mera forma di vendetta, ma di disprezzo della figura femminile in quanto tale;
- i video privati di donne che fanno l’amore con un partner NON sono pornografia. Sono video di situazioni d’amore, video privati che rappresentano l’intimità (inviolabile) di una persona
Alla luce di tutto questo, occorre un cambio culturale e un’azione educativa per far riconoscere il diritto di una donna a vivere la sessualità – atto intimo – come qualcosa che non può essere violato.
E il diritto di una donna alla sessualità stessa, senza alcun giudizio morale che con il sesso non ha nulla a che fare.
Cos’è il Revenge Porn?
Di che comportamento stiamo parlando quando parliamo di revenge porn? Possiamo dire – in linea teorica – che si tratta di diffusione di pornografia non consensuale. A volte è una pornovendetta.
Di fatto, per revenge porn intendiamo la minaccia di diffondere, la diffusione e divulgazione a terzi di immagini o di video sessualmente espliciti destinati a rimanere privati senza il consenso di chi è ritratto.
Può trattarsi, ad esempio, di selfie scattati dalla stessa vittima e inviati all’ex partner. Oppure di video e fotografie scattate in intimità con l’idea che dovessero rimanere nella sfera privata.
Nulla, quindi, che abbia a che fare con la pornografia in senso stretto, intesa come mercificazione del sesso; come esibizione oscena di atti sessuali.
Si può trattare, addirittura, di scatti e riprese avvenuti di nascosto, senza che una delle parti ne fosse consapevole.
Il reato di revenge porn – introdotto nel Codice Rosso in Italia – prevede multe e sanzioni severe. Tuttavia, il problema resta la rimozione delle immagini.
Il revenge porn ha l’obiettivo di infamare, denigrare, bullizzare, molestare e danneggiare pubblicamente la vittima, la persona quindi a cui si riferiscono.
Molte persone, soprattutto donne, hanno subito danni reali alla vita quotidiana, dalla diffusione di immagini e video in cui compivano atti sessuali. Il tutto con ripercussioni fino al licenziamento.
Spesso ex partner rancorosi – perché la relazione si è chiusa contro il loro volere – cominciano a diffondere le immagini o i video intimi della loro relazione, come rappresaglia verso la ex.